martedì 4 dicembre 2012

Sua Santità alla conquista del Web 2.0.



Cosa si può dire dell’ultima notizia? Il Santo Padre è approdato sul Web 2.0. per la precisione su Twitter. La pagina è attiva da poco e i follower sono già oltre 350 mila e sicuramente il dato sarà destinato a crescere in modo esponenziale entro i prossimi giorni.

La pagina del Santo Padre riporta il nome “Benedetto XVI”, mentre il link è un generico @pontifex e come qualche dispettoso fa notare è fatto in modo da cambiare poi nome, quando ci sarà un nuovo Pontefice. Maliziosa la risposta, tuttavia vera. La Chiesa è un’istituzione ormai millenaria e Benedetto XVI è solo uno dei Pontefici della Santa Romana Chiesa, per l’esattezza è il 265esimo rappresentate di Cristo in terra. 
Al di l à dei facili giochi di ironia è opportuno interrogarsi su
due punti:  1) perché una simile scelta? 2)quali sono le conseguenze?

Ormai è evidente a tutti che la comunicazione digitale nel web 2.0. è diventata la forma più potente e utile per far conoscere il proprio punto di vista sulle cose. Utilizzano internet milioni e milioni di persone in ogni angolo del mondo (quelli che possono permetterselo). La scelta di rendere accessibile la “Parola di Dio” secondo le posizioni della Chiesa di Roma, anche tramite il Web 2.0. è un’ottima decisione per raggiungere fedeli lontani e soprattutto quelli più giovani. Che il risultato sia poi quello preventivato, è tutto da vedere. Sta di fatto che anche il Papa ha capito che il Suo messaggio è sterile se non è orientato e diffuso nel modo corretto. 
Questo Papa sembra consapevole dell’importanza della modernità e dei cambiamenti profondi che hanno interessato il mondo negli ultimi decenni, per lo meno su questi temi, mentre sembra ignorare tutto il resto. Rispetto al Suo predecessore, però, ha cercato di mantenere un certo distacco rispetto alla gente e questo ha una sua logica. Il vestito bianco indica l’abbandono della vita terrestre per diventare il rappresentante di Cristo, una figura che dovrebbe essere distante. Da questa distanza deriva molto del carisma e del potere del Pontefice. Giovanni Paolo II ha accorciato questa distanza con la gente comune rendendo la Sua immagine accessibile, semplice e alla portata di tutti: questo non ha giovato alla Chiesa né al Suo messaggio. Si sente dire che Giovanni Paolo II ha riempito le Piazze e ha sgombrato le Chiese. Papa Benedetto XVI suo malgrado è dovuto ricorrere a questo modo di fare per riempire la Piazza, anche se non con lo stesso successo del predecessore. Lo sbarco su Twitter è effetto di questo processo di avvicinamento della figura del Pontefice alla gente. Ma per Benedetto XVI, l’essere Pontefice, è ancora qualcosa di antico e tradizionale, significa essere distante e lontano dai fatti mondani, non lasciarsi influenzare da loro. Per molti sembra assurdo, ma questo Pontefice fa uso della Sua immagine in modo efficiente per la Chiesa, più di quanto non abbia fatto Giovanni Paolo II, che ha centrato tutto sul Suo personale carisma e ben poco sulla Chiesa come istituzione. Al di là delle posizioni personali, comunque, posso interpretare la scelta del Pontefice di utilizzare Twitter come un tentativo di modernizzazione, ma anche di “marketing”. Sia per diffondere meglio il Suo messaggio e per raggiungere coloro che lo sentono distante e che vogliono un contatto “apparentemente diretto” sia per non lasciarsi schiacciare dal mutamento sociale, anche nelle forme di comunicazione. Lo fa con una certa distanza nei modi, quel distacco che rende il Suo ruolo quello di un tempo. Fatto sta, però, che mettersi su Twitter significa anche esporsi a numerosi attacchi e numerose critiche, più o meno simpatiche. Sarà interessante osservare in che modo saranno gestite queste forme di dissenso e di critica da parte della Chiesa.



In conclusione, però, Benedetto XVI ha iniziato la Sua opera di evangelizzazione online, direi una digievangelizzazione! Adesso dovremmo vedere come si evolve il tutto, se lo scopo sarà raggiunto o se questo comporterà un ulteriore indebolimento della Chiesa nella sua immagine di istituzione millenaria.


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Federico Quadrelli 

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